Monday, April 07, 2008


20 aprile 2008
Il Lago d’Orta





• Ritrovo: ore 8.00 al piazzale F.S. di Varese, trasferimento a Gozzano con auto propria
• Difficoltà: mediamente impegnativa, con diversi saliscendi
• Lunghezza: km 42
• Colazione al sacco
• Rientro: a Varese previsto per le ore 19.30
• Quota di partecipazione: € 3,00
• Prenotazione entro giovedì 17/4 in sede Ciclocittà o presso gli organizzatori, indicando eventuale disponibilità di posti per persone e/o bici
• Organizza: Renzo Bertin tel. 0332 812059 (pomeriggio)
e mail: ciclocitta.varese@tiscali.it

Il più romantico dei laghi italiani, che ha ispirato
Browning, Nietzsche, Balzac

Il Lago d'Orta o Cusio è un lago del Piemonte collocato tra le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Ad est il monte Mottarone separa il lago d'Orta dal Lago Maggiore, mentre a ovest monti alti fino a 1300 metri separano lo specchio acqueo dalla Valsesia. È il più occidentale fra i laghi prealpini, originato dal fronte meridionale del ghiacciaio del Sempione. Contrariamente a quanto accade con molti laghi alpini, che hanno un emissario a sud, le acque del lago d'Orta escono dal lago a nord. Attraversano la città di Omegna dando vita al torrente Nigoglia che confluisce nello Strona che, a sua volta, sfocia nel Toce e quindi nel Lago Maggiore. Al centro del lago si trova l'isola di San Giulio, di dimensioni assai contenute, che ospita nella Basilica le spoglie del santo omonimo.
"Un delizioso piccolo lago ai piedi del Rosa, un'isola ben situata sull'acque calmissime, civettuola e semplice. Il mondo che il viaggiatore ha conosciuto si ritrova in piccolo modesto e puro: il suo animo ristorato l'invita a rimanere là, perché un poetico e melodioso fascino l'attornia, con tutte le sue armonie e risveglia inconsuete idee....è quello, il lago, ad un tempo un chiostro e la vita...." (Honoré de Balzac)
"…quando il destino ci appaiò ci assecondò nella scelta di un volontario esilio sul lago d'Orta: quell'autoconfino rigeneratore, quel delizioso paradiso perduto e ritrovato che accogliendo lui e me, Mario il vecchio e Mario il giovane, ci salvò in extremis da strazianti, estenuanti, storte vicende sentimentali e restituì l'uno e l'altro al suo vero se stesso. Fa bisogno di dire che recuperammo allora, e conservammo poi per sempre, il senso della realtà, della bellezza, della vita." (Mario Soldati)