Non si scalzano da sella i sogni di un
ragazzo: l'arroganza di una macchina veloce non può prendere il sopravvento.
Non è questa la società che vogliamo,
che ci impegniamo a costruire giorno per giorno.
La nostra idea di società accoglie con
favore chi decide di spostarsi dolcemente.
Tutela i più giovani, per i quali
spesso la bicicletta è mezzo di trasporto necessario e imprescindibile.
Limita, dove possibile, l'uso e,
sempre, la velocità delle automobili.
Ringrazia chi, potendo scegliere,
sceglie di muoversi a piedi, in bici, con i mezzi di trasporto collettivo. Lo
ringrazia non con pacche sulle spalle, ma mettendolo al centro delle politiche
della mobilità urbana ed extraurbana.
Non servono belle parole, inaugurazioni
di qualche postazione per le biciclette, interventi spot.
Serve definire delle priorità. Non è
romanticismo, né freno al progresso. E' la Mobilità Nuova , che
sta superando e sempre di più supererà un modello vecchio, ridicolo, superato.
Quello del presunto diritto superiore all'occupazione di tutto lo spazio di una
strada, del presunto diritto superiore alla velocità, del presunto diritto
superiore all'utilizzo dell'auto da qualsiasi punto a qualsiasi altro punto del
territorio.
Naturalmente, le responsabilità dei
reati compiuti da chi ha causato incidenti sono personali. Ma è bene che ci
sentiamo tutti coinvolti e responsabili di una cultura della mobilità che
consente più facilmente la circolazione delle auto che quella delle bici.
Al giovane investito a Brebbia, così
come a tutti i ciclisti e pedoni che in quest'ultimo periodo nella nostra
provincia sono stati vittima di incidenti, tutta la nostra vicinanza e il
nostro affetto.
Un modo efficace per raccontare questo tema è stato trovato da un socio Fiab qui
Un modo efficace per raccontare questo tema è stato trovato da un socio Fiab qui
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