Pubblichiamo una riflessione di Leonardo, impiegato di banca e vicepresidente di Ciclocittà.
"Varese non è città per bici, troppe salite".
Quando sento o leggo questa frase non resto mai indifferente.
Sarà perchè abito a metà di via Montello e la bici la uso per andare ovunque, in particolare per andare a lavoro a Busto Arsizio (con l'aiuto del treno).
Sarà perchè credo che la "pigrizia fisica" sia un diritto, ma la "pigrizia intellettuale" no, e penso che dietro quella frase ci sia più la seconda che la prima.
Sarà anche perchè talvolta mi capita di essere superato, mentre pedalo su per via Montello o per via Marzorati, da gentili signore in bici a pedalata assistita che non hanno le gambe di Cipollini nè la grinta di Josefa Idem, ma hanno risolto comunque il problema: "bici e salita".
Certo, all'ipotetico pendolare "Schiranna - Sacro Monte" avrei qualche difficoltà a suggerire la bici come mezzo di trasporto. Ma la maggior parte delle pendenze urbane di Varese e castellanze limitrofe sono "salitine" o "salitelle", comunque paragonabili a una o due rampe di scale: si definirebbe non abitabile un appartamento al secondo o al terzo piano di un edificio senza ascensore ? No, credo: e allora perchè definire non ciclabile Varese solo perchè ci sono alcune salite?