“La mobilità sostenibile è un elemento fondamentale per una moderna politica di sviluppo, in grado di coniugare il benessere economico con la tutela della salute e dell'ambiente e con una migliore qualità della vita dei cittadini. La bici è parte della soluzione”.
E’ con questa convinzione che le associazioni della provincia di Varese aderenti alla Federazione Italiana Amici della Bicicletta chiedono ai candidati alle elezioni regionali del territorio varesino di assumere alcuni impegni programmatici condivisi con tutte le associazioni FIAB lombarde:
1. Istituire l’Ufficio Mobilità Ciclistica Regionale, che coordini attività legate ad assessorati diversi (ambiente, trasporti, infrastrutture, sport, tempo libero, turismo, istruzione).
2. Favorire la diffusione di interventi di moderazione del traffico nei centri urbani, come le Zone30.
3. Promuovere il turismo in bicicletta, un settore in rapida ascesa che può essere volano per uno sviluppo economico diffuso sul territorio lombardo. Un’operazione già iniziata in questi anni con il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica e da rafforzare con le necessarie risorse economiche di bilancio per concretizzarle stabilendo alcune priorità di intervento sugli itinerari regionali.
4. Prevedere una forma di obbligatorietà perché i Comuni di medie dimensioni, anche con sostegni economici, si dotino di strumenti pianificatori quali il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile o il Piano per la ciclabilità, cosicché le politiche amministrative per la mobilità vengano inquadrate in percorsi condivisi con i cittadini di ampio respiro e di lunga durata;
5. Potenziare e ammodernare il trasporto pubblico e favorire nel contempo l’intermodalità attraverso interventi come velostazioni, bike-sharing, parcheggi bici adeguati e sicuri.
6. Sostenere iniziative di promozione della mobilità ciclistica come la Settimana Europea della Mobilità, le attività educative con le scuole, il Bike to Work.
7. Farsi promotore con il governo nazionale per una revisione del Codice della Strada in senso ciclistico, introducendo soluzioni efficaci adottate ormai da tempo in tutti gli Stati europei, come l’arresto avanzato ai semafori, il doppio senso ciclistico, la segnaletica di direzione dedicata alla bici.
Temi di carattere generale a cui le associazioni locali aggiungono tre questioni che toccano da vicino la provincia di Varese.
8. Per quanto riguarda il cicloturismo, proseguire la ciclabile della Valle Olona fino al confine con la Svizzera (ciclovia Internazionale della Valmorea), risolvendo i nodi costituiti dalle infrastrutture in costruzione, come la Pedemontana.
9. Realizzare il progetto di collegamento ciclabile tra Gallarate - Cardano e l’aeroporto di Malpensa – Terminal 2, un’operazione tesa a favorire l’intermodalità e i percorsi casa-lavoro in bicicletta.
10. Rendere ciclabile il sedime ferroviario della tratta dismessa della Saronno-Seregno, per promuovere la mobilità urbana dolce e il recupero del patrimonio infrastrutturale esistente.
“Sono pochi punti – dichiarano Ferrari, Casali e Iametti, presidenti rispettivamente di Ciclocittà Varese, Ciclocittà Saronno e Amicinbici Cardano al Campo - che però richiedono grande impegno, determinazione, coraggio nelle scelte, e risorse economiche certe e continuative nel tempo.”
Secondo i cicloecologisti il tema della cosiddetta “mobilità nuova” è un elemento imprescindibile di rilancio dell’economia dei territori.
“Affrontare i temi legati ad un nuovo modello di mobilità – sottolineano Ferrari, Casali e Iametti - significa parlare di lavoro, di piccole ma fondamentali opere, di riqualificazione degli assetti urbanistici delle città in una visione meno auto-centrica. Così come di nuove imprenditorialità che possono nascere nel mondo del trasporto collettivo e del turismo.
Parlare di mobilità significa anche dare risposte concrete al tema della sicurezza sulle nostre strade, per l’assenza della quale paghiamo un inaccettabile costo di vite umane. E, infine, vuol dire promuovere stili di vita sani, con benefici anche in termini economici derivanti dalla riduzione dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale e delle aziende”.
La bicicletta, insomma, come un investimento di prevenzione dalle malattie, ben più redditizio di molti tagli alla sanità.
No comments:
Post a Comment