Ciclocittà ha presentato entro la scadenza prevista di venerdì scorso una prima nota di osservazioni, ancora sommaria e provvisoria stante la complessità dell'argomento, al fine di cogliere e valorizzare le novità positive, evidenziare gli aspetti negativi e problematici, sollecitare più estese e concrete previsioni in favore della mobilità ciclistica.
Di seguito pubblichiamo le nostre osservazioni:
Le presenti osservazioni non esauriscono tutte i rilievi, gli
interrogativi e le proposte che la scrivente associazione intende rappresentare all’amministrazione
comunale. Ci si riserva pertanto di fornire in seguito ulteriori contributi
critici e propositivi con la dovuta completezza e ponderazione.
Considerazioni generali.
Il linea generale si esprime una valutazione critica sulla coerenza tra le premesse e gli obiettivi posti a fondamento del
P.U.M. e i suoi effettivi sviluppi
propositivi e progettuali.
Più
precisamente, se tra le principali finalità viene posta quella del riequilibrio
“tra le componenti della mobilità pubblica, privata e
della mobilità alternativa” attraverso “l'organizzazione
di una rete di aree pedonali, accompagnata da una fitta trama di piste
ciclabili “ per “consentire una
riduzione significativa della componente motorizzata della mobilità privata” ci
si attenderebbe un approccio esplicitamente rovesciato al problema, ovvero la
ricerca prioritaria degli interventi (opere e provvedimenti viabilistici) utili
a favorire la mobilità alternativa e contestualmente la previsione di una
riduzione del carico di traffico motorizzato individuale sulle strade urbane.
In realtà, siamo di fronte ad un
sistema di piani che ancora cerca soprattutto di razionalizzare il traffico
automobilistico,
Il piano per la mobilità ciclistica, costituisce senza dubbio una positiva novità per
il governo della mobilità varesina. Ci si potrebbe attendere, tuttavia,
contenuti programmatici e progettuali assai più incisivi e dettagliati per
favorire la bicicletta (anche a pedalata assistita), mentre risulta alquanto
generico e confinato nelle buone intenzioni, rimandando in realtà ad altri
strumenti di pianificazione (PUM, PGTU).
In questa ottica andrebbe, ad esempio, rivisto l’intero comparto
sanitario e universitario di Bizzozero, compreso tra via Monte Generoso e viale
Borri, cercando di affrancarlo dall’automobile (comparto free car).
Due questioni ambigue: l’eliminazione delle code e la strategia
della “fluidificazione lenta” del traffico.
Certamente le code di automobili sono un fattore di inquinamento e
inefficienza del traffico, tuttavia esse sono l’ovvia conseguenza di un
sovraccarico di veicoli su strade o nodi viabilistici inadeguati al volume dei
mezzi in transito.
Bisogna quindi ipotizzare un sistema di accesso contingentato del traffico al centro urbano attraverso un
sistema di parcheggi esterni di scambio e varchi di controllo e regolazione
temporale di ingresso in città (le code, ineliminabili, si formino all’esterno
dell’abitato).
La “fluidificazione lenta” del traffico può rappresentare una
strategia positiva se comporta una maggiore sicurezza e una maggiore mobilità
per l’utenza ciclo-pedonale, presenta invece ricadute negative se comporta la
spalmatura indifferenziata del traffico su tutta la rete stradale, percorsi più
tortuosi e attraversamenti più problematici per pedoni e ciclisti.
Le proposte di modifica del sensi di
circolazione e la diffusione di rotatorie per la fluidificazione degli incroci devono
verificare ed esplicitare le ricadute sulla mobilità ciclo-pedonale.
Ad esempio assolutamente trascurato sembra il problema nel nodo
complesso delle stazioni (via Casula-via Milano-via Morosini-p.li Trento e
Trieste) dove dovrebbe essere privilegiato l’accesso ciclopedonale ai sistemi
di trasporto pubblico.
Con il nuovo assetto circolatorio le
colonne di auto che ora si attestano in via Casula e via Milano sarebbero poi
semplicemente spalmate in via Morosini e via Orrigoni con il risultato di
diffondere l'inquinamento e penalizzare il cospicuo flusso pedonale laddove gli
attraversamenti non sarebbero più
protetti dal semaforo e/o fossero costretti all’allungamento del percorso sui
vari rami dell’incrocio/rotatoria.
In linea generale l’esperienza
dimostra che un sistema di mini-rotatorie può rivelarsi efficace e sicuro
quando il volume di traffico è contenuto e lo spazio di circolazione ben
distribuito per i diversi utenti della strada, ma nelle rotatorie più grandi a
due corsie e con alti volumi di traffico rende insicuro il transito di pedoni e
ciclisti.
Le nuove infrastrutture.
Tra gli interventi infrastrutturali previsti dal P.U.M. , più
impegnativi sia in termini temporali che in termini economici, mancano
assolutamente indicazioni anche solo abbozzate per le infrastrutture ciclabili.
Rotatorie e bretelle di “riammagliatura delle reti” sembrano avere
completamente oscurato che l’obiettivo era quello di favorire la mobilità
alternativa e quindi, ad esempio, di estendere o collegare gli spezzoni di piste
ciclopedonali esistenti e di progetto, nonché degli itinerari ciclabili evocati
dal PMC.
Tra le priorità da mettere allo studio e in attuazione segnaliamo:
nel breve periodo:
-
la realizzazione di una bretella ciclabile di “alta qualità” di
collegamento tra v.le Aguggiari e polo
scolastico sportivo di via Manin. La soluzione di via del Poligono contemplata
dal PMC. è assolutamente inadeguata.
-
la realizzazione di una bretella ciclabile di “alta qualità” di
collegamento tra v.le Borri e via Monte
Generoso attraverso polo universitario di via O. Rossi.
nel medio periodo:
-
L’individuazione di un percorso ciclabile di collegamento della
città con la ciclabile del lago,
-
L’individuazione di un percorso ciclabile di collegamento della
città con Folla di Malnate (itinerario cicloturistico internazionale della
Valmorea)
-
L’individuazione di un percorso ciclabile lungo la valle Olona/via
Peschiera (sviluppo della proposta Mo.S.Lo.)
Trasporto pubblico e mobilità ciclistica
L’abbinamento intermodale treno o bus più bicicletta costituisce
uno dei principali fattori per l’evoluzione della mobilità urbana e l’installazione
delle due stazioni di Bike Sharing in prossimità delle stazioni ferroviarie è
sicuramente una premessa incoraggiante. Il PMC ben evidenzia la questione anche
con la proposta di spostare in zona stazioni l’ufficio di
informazioni/abbonamento al BS e auspicando la realizzazione di velo-stazioni.
Positiva, quindi, anche se ancora ipotetica, è l’indicazione del
P.U.M. per l’integrazione, anche tariffaria, tra T.P., parcheggi di
interscambio e B.S. .
Riteniamo tuttavia di prioritaria importanza, da attuarsi nel
breve periodo, l’allestimento di un servizio protetto di parcheggio bici sicuro/custodito (anche
con modalità automatizzate) presso
le stazioni ferroviarie e degli autobus.
Maggior concretezza programmatica va data anche all’istituzione di
un servizio periodico di trasporto bus+bici tra la Schiranna e il centro città,
ripetutamente richiesta.
Parcheggi di rotazione
Nell’ambito del centro urbano sono
giustificabili ed opportuni solo a condizione della contemporanea liberazione
delle strade adiacenti dalla sosta in carreggiata, in modo da dare nuovo spazio
a pedoni, biciclette e arredo urbano. Tra le diverse localizzazioni contemplate
si ritiene debba essere anticipata la programmazione del multipiano di via
Sempione a beneficio di un riassetto delle strade contermini.
Parcheggi di interscambio
Costituiscono
lo strumento strategico per alleggerire il traffico urbano solo se portati
all’esterno dell’area urbana. Non tutte le localizzazioni indicate sembrano
avere queste caratteristiche perché sono raggiungibili solo impegnado la maglia
viaria più interna.
Zona pedonale
Sicuramente apprezzabile la proposta
di estendere le aree pedonali a cominciare da p.zza Giovane Italia. Altrettanto
strategico e prioritario dovrebbe essere l’estensione della zona pedonale al
quadrante via Bernascone – Carrobbio – p.zza Motta, pur mantenendo al momento
l’attraversamento automobilistico di P.zza Monte Grappa nella direttrice via Manzoni - via Marcobi.
Moderazione del traffico e questioni di ciclabilità
In linea generale gli interventi di “moderazione del
traffico nella Varese multipolare” costituiscono soluzioni appropriate, cui
andrebbe data assoluta priorità, proprio per favorire in modo diffuso l’utenza
stradale non motorizzata, compresa quella ciclistica.
Per
contro piuttosto astratta, al momento, risulta la previsione di 6 itinerari ciclopedonali radiali, da
marcare con apposita segnaletica, previsti dal PMC senza alcuna indicazione
circa i provvedimenti e gli interventi che dovrebbero rendere “consigliabile”
tale percorso al ciclista.
Anche le
indicazioni relative al comparto Belforte, questione da tempo dibattuta,
risultano, nel complesso dei piani, piuttosto vaghe e contraddittorie.
Non
è chiaro se la proposta ciclopedonale per via Brunico, da verificare nella sua
realizzabilità ma comunque apprezzabile in via di principio, abbia o meno
relazione con quella esistente di viale Belforte per la quale il PMC
ipotizza, sul lato destro in uscita dalla città, un cordolo di
protezione.
In realtà tutto l’assetto di v.le Belforte
necessita di una revisione partendo dalla constatazione che il viale ha ormai
perso ogni caratteristica di asse di penetrazione nella città; in realtà è già
strada urbana e come tale va trattata ridistribuendo la sosta sui due lati
della strada e riordinando arredi e pavimentazioni con l’obiettivo
primario della salvaguardia e del
comfort di pedoni e ciclisti.
Alla
riqualificazione funzionale del viale e
al nuovo assetto della parallela via Brunico deve pure accompagnarsi una più
accorta disciplina delle strade trasversali con il relativo sbocco sull’asse
viario principale.
Per favorire decisamente la mobilità
ciclistica riteniamo che, riprendendo un orientamento
che va largamente affermandosi, debba essere prevista la circolazione delle biciclette nei due sensi anche laddove
sia necessario per diverse ragioni sia opportuno il traffico motorizzato ad un
solo senso. Faranno eccezione, ovviamente, le (poche) strade per le quali
volumi di traffico e/o la velocità consentita rendono incompatibile la
convivenza in sicurezza dei flussi contrapposti.
Il controsenso ciclistico riguarderà, infatti, spazi di
circolazione che hanno caratteristiche di strade residenziali, zone 30 o a
traffico limitato.
Infine la condivisione delle corsie riservate tra bus e
biciclette, dopo un primo periodo di sperimentazione, ci pare dovrebbe darsi
per acquisita e avere chiara visibilità anche con la segnaletica orizzontale.
FIAB-Ciclocittà
Il Presidente
(Giuseppe Ferrari)
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