Sunday, January 27, 2013
Spazio alle bici. Ma non abbastanza
Il numero di chi utilizza la bicicletta a Varese è aumentato nel 2012 del 58% rispetto al 2004. Rispetto al 2001, addirittura del 120%. La quota di traffico ciclistico è salita al 2,26% sul totale, il doppio del 2004, quando era all’1,2%, e quasi il triplo del 2001 (0,85%). Ma è decisamente ancora troppo bassa. Soprattutto se paragonata ad altre città lombarde affini come Lecco, Sondrio, Como, Bergamo.
Sono questi i principali dati che emergono daIla “Rilevazione del traffico ciclistico nella città di Varese”, i cui risultati sono stati presentati stamattina in piazza Monte Grappa da Fiab-Ciclocittà.
Il conteggio era stato effettuato dai volontari dell’associazione lo scorso 19 settembre (e ripetuto in ottobre) nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, all’interno di una convenzione tra Regione Lombardia e Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
La rilevazione
La convenzione prevedeva la rilevazione in almeno quattro strade significative di ciascun capoluogo di provincia lombardo, con l’obiettivo di registrare il trend di sviluppo della mobilità ciclistica urbana fino al 2015.
A Varese l’associazione locale Fiab ha aggiunto due postazioni, per un totale di sei, corrispondenti alle principali direttrici di accesso al centro e coincidenti con quelle che Ciclocittà aveva scelto per un analogo “censimento” nel settembre 2004 e con quelle prese dal Centro Studi Traffico nel febbraio 2001: via Magenta, viale Belforte, viale Dei Mille, viale Aguggiari, via Morandi, via Sanvito.
Il report permette dunque, da una parte, di verificare i cambiamenti avvenuti nel traffico cittadino negli ultimi dieci anni e, dall’altra, di confrontare la situazione con quella degli altri capoluoghi di provincia lombardi.
I dati
I numeri assoluti sono poco entusiasmanti: i volontari dell’associazione hanno stimato dalle 7.30 alle 13.30 il passaggio di novecentocinquanta ciclisti complessivamente in entrata e in uscita.
La strada più percorsa è stata via Magenta con 181, la meno percorsa viale Belforte con 131.
In media, ogni ora a Varese erano 174 i ciclisti in circolazione, un po’ più della metà in direzione del centro: erano 79 nel 2001, 110 nel 2004.
Tra i ciclisti urbani e quelli sportivi hanno prevalso inevitabilmente i primi (90%), dato il giorno feriale.
A salire in sella, infine, sono stati più i maschi, ben il 77%.
“Sono due gli aspetti che vogliamo sottolineare – dichiara Beppe Ferrari, presidente di Fiab-Ciclocittà -: anche Varese si inserisce nel trend di crescita del ciclismo urbano, che coinvolge gran parte dei territori urbani italiani ed europei. Però la nostra città è ancora troppo poco amica delle biciclette.”
Il modal split
A confermare la necessità di un impegno maggiore a favore della ciclabilità è il modal split (l’indicatore che confronta i mezzi di trasporto utilizzati) riferito a via Magenta. In questa strada infatti il 19 settembre i volontari dell’associazione hanno contato anche moto, auto e camion.
Il dato è impietoso: ogni cento passaggi solo poco più di due sono avvenuti in bicicletta, tre e mezzo in moto, tutti gli altri in auto.
Il confronto con gli altri capoluoghi
Proprio sul modal split la distanza rispetto agli altri capoluoghi di provincia lombardi è lampante: a Bergamo e a Monza la percentuale di biciclette è del 12%, a Milano e Brescia del 15%.
Se i numeri assoluti di Cremona o Milano sono chiaramente superiori, fa comunque una certa impressione verificare che a Sondrio i ciclisti urbani sono risultati più del doppio, a Lecco quasi il quadruplo.
“Dobbiamo ripartire dai dati positivi per chiedere un maggior impegno nello sviluppo di politiche pro bike – segnala Ferrari -. Del resto quasi mille passaggi di biciclette in sei ore di una mattina autunnale, in sole sei strade, indicano che i ciclisti sono meritevoli di attenzione e servizi.”
La mobilità ciclistica è infatti una vera e propria componente del traffico e indubbiamente in crescita. Dunque per Fiab-Ciclocittà condizioni più agevoli di circolazione favorirebbero l’utilizzo di un mezzo salutare, economicamente conveniente, sostenibile.
“Confidiamo anche nella diffusione della bici a pedalata assistita – conclude Ferrari -, un mezzo che risponde alle criticità morfologiche della città. Resta però da superare l’ostacolo principale, cioè una visione urbanistica e trasportistica troppo incentrata sull’auto.”
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