Venerdì 24 dicembre è stato inaugurato il nuovo bike sharing della città di Varese.
Da oggi il servizio è attivo: 8 postazioni, 42 bici di cui 8 a pedalata assisitita, abbonamento annuale a 10 euro...qui trovate tutte le informazioni.
Sotto il nostro comunicato stampa con idee e proposte per una città più amica delle biciclette.
“La ciliegina c’è. Ora manca la torta”. Sintetizza così Beppe
Ferrari ,
presidente di Fiab-Ciclocittà ,
il servizio di bike sharing inaugurato dopo una prima fase
sperimentale che prevedeva quattro stazioni di biciclette.
“Siamo soddisfatti della decisione
dell’Amministrazione, ci auguriamo però che non sia un impegno spot: per un
buon funzionamento del servizio sono necessari investimenti in informazione e comunicazione, oltre a
qualche altro perfezionamento tecnologico, come il lucchetto integrato nella
bici e la possibilità di iscrizione online”.
Fiab-Ciclocittà
era già intervenuta sul tema all’epoca del bike sharing sperimentale, chiedendo
un ampliamento delle postazioni dove poter prelevare e lasciare i mezzi: “Il raddoppio delle postazioni è un fatto
positivo, bisogna al contempo tenere aperta la prospettiva di ulteriori
ampliamenti e verificare l’efficacia del sistema per incrementare la mobilità
ciclistica urbana”
Ma l’attenzione
dell’associazione dei ciclisti urbani è concentrata soprattutto sulla torta.
“Per una città amica della
mobilità sostenibile – rilancia Beppe Ferrari - servono interventi strutturali che diano spazio alle biciclette limitando
l’uso delle automobili. Dalla moderazione del traffico alla diffusione di
zone 30 e isole ambientali; dalla creazione di una rete di piste o corsie
ciclopedonali efficaci alla promozione delle biciclette a pedalata assistita;
da una programmazione funzionale dei tempi e orari della città alla possibilità
di percorrere in senso contrario alcuni sensi unici, dove lo spazio lo
consentirebbe. Se le politiche del Comune andranno in questa direzione noi
saremo al suo fianco con convinzione”.
Liberare spazi sulle strade è
uno dei punti su cui i cicloambientalisti premono di più: “Nella discussione
sul parcheggio in via Sempione o in via Luini, per esempio, è assente il
principio per cui se realizzo un parcheggio multipiano devo liberare le strade
dai parcheggi a raso, favorendo così la circolazione in sicurezza anche di
altri attori: ciclisti, pedoni, mezzi pubblici.”
Infine secondo Fiab-Ciclocittà un ruolo importante è ricoperto
dall’educazione alla mobilità
sostenibile. “La promozione capillare del pedibus e del bicibus può
togliere molte automobile dalle entrate delle scuole ed è uno strumento
educativo formidabile”.
“La bicicletta è un mezzo di
trasporto - rivendica l’associazione - e come tale deve essere trattato. Anche
perché fa parte della soluzione dei
problemi che attanagliano i centro urbani, compresa Varese, come la lotta
all’inquinamento dell’aria e la riduzione delle emissioni climalteranti”.
Un recente studio della Federazione Europea dei Ciclisti Urbani mostra infatti come
basterebbe percorrere tutti 5
km al giorno in bici invece che con i mezzi a motore per
raggiungere il 50% degli obiettivi posti dall’Europa in materia di riduzione
delle emissioni nel settore del traffico.
Anche la diffusione del bike sharing, secondo lo studio, favorisce questo
obiettivo perché rappresenta un sostituto del trasporto motorizzato per oltre
il 50% degli utenti.
Per questo, oltre alla
ciliegina-bike sharing, è necessario che ci sia la torta-città amica della
bicicletta.
1 comment:
Dal mio punto di vista, queste iniziative non possono che considerarsi positive. Al fine infatti, di una riconfigurazione delle nostre città a misura di bici o più in generale a misura d’uomo, ci sono dei passaggi (obbligatoriamente) intermedi. In questo caso specifico, non si potrà dire che non ci sono le alternative allo spostamento con l’auto. Si potranno certo dire tante cose: i mezzi insufficienti, le piste ciclabili che sono poche, gli spostamenti in bici risultano pericolosi ecc… Proprio su questi aspetti ci sarà da lavorare.
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